Cucinare con i bambini

Sempre secondo Maria Montessori, tutti i bimbi in base al loro sviluppo evolutivo, possono essere coinvolti nelle “attività di vita pratica”, quindi possiamo passare del tempo con loro facendoci aiutare in alcuni lavori di casa, come spolverare o pulire, o anche in cucina con piccole attività adatte a loro.

Ecco alcuni esempi:

  • PRIMA DEI 2 ANNI: lavare frutta e verdura; travasare liquidi/legumi/farine/pangrattato; centrifugare insalate e utilizzare il passaverdure per triturare verdure varie; mescolare con le mani.
  • DAI 2 ANNI: utilizzare il mortaio per fare il pesto o sminuzzare al suo interno la frutta secca; sbucciare uova sode o mandarini; usare coltelli con la punta arrotondata per tagliare alimenti morbidi come banana, burro, formaggi molli; mettere il sale (dosato dall’adulto) o ungere le taglie per la pizza; stendere impasti di pizze/focacce/torte salate; condire (con i condimenti preparati dall’adulto) l’impasto della pizza; spalmare sul pane marmellate/ricotta/creme varie; riordinare il tavolo di lavoro; sgranare piselli/fagioli
  • DAI 3 ANNI: fare le polpette di carne/verdure/legumi; impanare i filetti di pesce/carne; fare una torta con un adulto che aiuti a dosare gli ingredienti; tagliare con un coltello adatto frutta e verdura; spremere gli agrumi; lavare piccole stoviglie come cucchiai/forchette; grattugiare il parmigiano/verdure varie tipo zucchine, carote); impastare la pizza/il pane/la pasta e tirare la sfoglia con l’impastatrice; fare i biscotti usando formine; apparecchiare e sparecchiare; togliere le stoviglie dalla lavastoviglie con l’aiuto di un adulto; passare la scopa dopo i pasti.

Cos’è la vita pratica nel metodo montessori?

“Gli esercizi di vita pratica, a ben pensarlo, sono una vera e propria
ginnastica, la cui palestra, raffinante tutti i movimenti, è l’ambiente
stesso in cui si vive. […]
Per la consuetudine del lavoro il fanciullo impara a muovere braccia e
mani e a fortificare i muscoli più che nella ginnastica comune.
Tuttavia gli esercizi di vita pratica non possono essere considerati una
semplice ginnastica muscolare; essi sono un “lavoro”.
Sono il lavoro riposante dei muscoli che agiscono senza stancarsi, perché
l’interesse e la varietà li rianimano ad ogni movenza”

Maria Montessori

Nei nidi che utilizzano il metodo Montessori come il nostro non manca
mai una zona dedicata alla vita pratica. Questa parte dell’asilo è uno spazio ricchissimo di materiali e che permette alle bambine e ai bambini di svolgere molteplici attività. Lo definiamo “Spazio” perché è a sua volta articolato in più angoli: l’angolo dei travasi, solidi e liquidi, l’angolo delle attività di cucina come il pestellare, il grattugiare, il tagliare frutta o verdura su tagliere, lo sbucciare ecc. Vi sono infine l’angolo delle attività riordinative, con scopa, spazzolone, straccio e straccetti per spolverare, e l’angolo dei lavaggi, con il piccolo lavatoio, bacinelle su tavolini per lavare i tavoli e sedie, il mobile allestito per il lavaggio dei piatti e, non ultimo, la vasca per lavare la bambola. Usando tutti questi oggetti il bambino e la bambina soddisfano il loro desiderio di scoprire e manipolare tutte quelle cose che compongono la loro civiltà materiale, cose presenti nelle loro case
ed utilizzate dai loro genitori: attivano perciò la loro competenza
imitativa, e inoltre mettono in atto vere e proprie strategie di
organizzazione logica del lavoro, perché molte di queste attività
prevedono una serie di azioni in successione.

Partendo da quelle più semplici fino ad arrivare a quelle più complesse esse costituiscono per ilbambino una palestra per la conquista dell’autonomia.
Esse sono fondamentali perché:
• Nutrono i periodi sensitivi (ad esempio quello del movimento);
• Preparano e raffinano i movimenti (sviluppandone controllo e coordinazione);
• Essendo basate su di una serie di movimentiorientati al conseguimento di scopi precisi permettono la costruzione dell’intelligenza;
• Sviluppano la concentrazione e l’indipendenza del singolo.

Il bambino a quell’età ha bisogno di un contatto con la realtà, di appoggiarsi su cose vere per esplorare il suo ambiente, di fare le sue esperienze, non di vivere in un mondo di favole dove vige un’immaginazione distaccata da ogni legame con la realtà.
Non si tratta di un gioco di finzione: quando il bambino lava il piano di lavoro non fa finta di lavare, ma lava davvero, così quando cuce, stira, spolvera. Tutti gli strumenti utilizzati sono veri, non sono giocattoli, ma oggetti uguali a quelli usati dagli adulti nelle faccende domestiche ma
proporzionati, in modo che possano essere facilmente maneggiati dai bambini.